L’intelligenza artificiale è diventata il nuovo migliore amico di milioni di persone. In questa puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo, esperto del digitale, e Michaela Odderoli, specialista in sicurezza informatica e digitale, affrontano il fenomeno delle AI companion: chatbot progettate per combattere la solitudine e diventare confidenti personali sempre disponibili.
✅ Come le chat AI simulano comportamenti umani per sembrare reali
✅ App come Replica e Pi: compagni digitali che non giudicano mai
✅ Perché ragazzi e adulti preferiscono confidarsi con software piuttosto che con persone
✅ I rischi delle conversazioni profonde con intelligenze artificiali
✅ Privacy e dati personali: cosa succede alle nostre confessioni digitali
✅ Consigli pratici per proteggere la privacy nelle chat AI
Odderoli analizza come queste applicazioni siano progettate per dare un senso di comprensione costante, rispondendo con consigli generici validi in ogni situazione ma privi di vera empatia. Il fenomeno sta crescendo soprattutto tra giovani che preferiscono chattare fino a tarda notte con software piuttosto che socializzare nella realtà.
La conversazione esplora casi concreti: genitori che scoprono figli costantemente connessi con chatbot, adulti che chiedono consigli personali a sistemi che replicano persone care o addirittura animali domestici. Un fenomeno che solleva domande sulla progressiva perdita di socialità reale in favore di quella artificiale.
Vengono forniti consigli pratici fondamentali: disattivare nelle impostazioni l’utilizzo delle proprie chat per addestrare i sistemi, non condividere mai le conversazioni con il pulsante condividi che le rende pubbliche su internet. La privacy non esiste in questi sistemi e più informazioni personali si condividono, più il mondo può accedervi.
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📝 ESTRATTO DALLA PUNTATA:
“Il problema è che l’intelligenza artificiale è diventato il best friend. Combatte la solitudine, è diventato un ottimo confidente e dà l’opportunità di liberarsi da pesi senza essere giudicati. La percezione di essere ascoltati, di essere capiti, senza che la confidenza possa essere svelata.”
“Spesso le domande sono così profonde, così estremamente intrinseche verso loro stesse. La macchina si è allenata su milioni di risposte adattabili. Non sono fatte a doc, ma adattano il modello sulla base della risposta che stai cercando. E più chattiamo, più loro capiscono cosa risponderci. Sono progettati per dirci sempre quello che vogliamo.”


